lunedì 10 ottobre 2011

C'era una volta il marxismo-cicchittismo


Se serve si può mettere mano anche al condono edilizio e fiscale. L'etica non si misura su questo ma sulla capacità di trovare risorse per la crescita". Sapete chi è ad avventurarsi coraggiosamente su questioni etiche, tentando di far concorrenza al cardinal Bagnasco? Nientemeno che Fabrizio Cicchitto, quel vecchio giovanotto presidente dei deputati del Pdl che tutte le sere col labbro atteggiato ci fa la lezione di etica berlusconiana dai telegiornali di regime e che ha lanciato nel rutilante cielo del regime quel gentiluomo di Valterino Lavitola.

Chi non abbia l'età non può credere che il dispensatore di precetti etici sia proprio quello stesso compagno Cicchitto trotzkista che trent'anni fa tuonava dalle fila dei socialisti lombardiani, recitava Marx a memoria, se la prendeva con la repubblica democratico-borghese, con l'America, con la Cia, con i servizi segreti deviati e la Dc che avevano "inventato" le Brigate rosse solo per escludere il Pci dal potere. Le Br erano un'invenzione democristiana in chiave anticomunista. Fortebraccio lo chiamò il "marxismo-cicchittismo".

Adesso la personale etica dell'ex criptocomunista trinariciuto dice che bisogna premiare gli evasori fiscali.
Cosa non si fa per mantenersi faticosamente nelle grazie del capo, che gli ha consentito di rimanere immarcescibile in parlamento per trentacinque anni.
Agli occhi di Berlusconi l'ex marxista-leninista deve unire il fascino usurpato dell'intellettuale "organico", come si diceva una volta, all'affidabilità del "fratello" di fede massonica nella loggia P2 di Licio Gelli, cui Fabrizio risultò iscritto con la tessera numero 945.
Un'affiliazione che si narra gli procurò al tempo sonori ceffoni di Riccardo Lombardi, che sul giovanotto si era reso conto di aver clamorosamente sbagliato giudizio. E che nel 2002 gli costò la bocciatura del Quirinale, quando Berlusconi voleva nominarlo ministro dell'Interno al posto di Scajola, altro gentiluomo di antico lignaggio democristiano.
Proprio quell'anno Giuliano Ferrara, in una delle altalenanti lisciate di pelo truccate all'amor suo, in contrasto con la tesi prevalente secondo cui la P2 era ormai un argomento da moralisti un po' minchioni, scrisse che la loggia segreta non solo esisteva, ma era una vera schifezza.
Cicchitto, nelle grazie del fratello Berlusconi che per aver mentito sulla sua iscrizione alla P2 è stato amnistiato dal reato di falsa testimonianza, scrisse a Ferrara definendolo "Giulianoferraratogliatticraxiberlusconi".
Questi gli rispose indirizzando a "Fabriziocicchittosignorileortolanigelli", membro di una consorteria "massonicoaffaristicaspionisticoricattatoria" e ironizzando sulla carriera "a luci rosse" dell'ex lombardiano.
Le antiche ansie da intellettualino hanno portato in questi anni Cicchitto a promuovere seminari di cultura politica, cui si è presentato con relazioni che restano ancora barometro dei tempi che viviamo.
In una relazione di qualche anno fa usò per 52 volte la parola "trasformismo". Ma non si riferiva a sé stesso.

State attenti ai prossimi Tiggì.
Dopo il faccione del criccarolo Valterino, apparirà il labbro di cicchittiano, a dirci quanto il condono edilizio e fiscale sia etico.
Etico come lui.

(10 ottobre 2011) © Riproduzione riservata


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