Angela Rizzo:
Fin quando ci sarà a governare ad ogni livello (nazionale e locale) gente con profondi conflitti d'interesse e clientelismo non saranno mai tagliati quegli sprechi pubblici che aiutano politici, amici e amici degli amici a campare sopra lo Stato e i cittadini tutti. Non saranno mai colpiti i grandi evasori che coincidono con questa stessa gente e coi loro finanziatori.
Non saranno mai liberalizzate professioni che si chiudono in caste familistiche e nel loro interesse sostengono sempre questi stessi politici.
Il libero mercato sarà sempre azzoppato da monopoli e oligopoli governati sempre dagli stessi parassiti che non hanno a cuore l'interesse generale ma quello proprio.
Questa rete di caste, dagli anni 80 ad oggi, ha ingigantito il nostro debito pubblico, mortificato la creatività italiana e tagliato le gambe alle generazioni di uomini e donne dai 40 anni in giù.
Oggi per non schiantare il nostro Paese verso il default intervengono su pensioni e IVA pur di non toccare i loro interessi e i loro sporchi affari.
Una soluzione diversa c'è e consiste nel tagliare non le pensioni della povera gente ma gli sprechi della politica e dello Stato: calare violentemente una enorme scure su province, enti inutili (tante volte assurdi), auto e voli blu, sui privilegi più svariati, sulle pensioni d'oro dei politici e dei manager pubblici.
https://www.facebook.com/event.php?eid=138502596243935
E va fatto non solo a Roma ma anche nei governi locali anche e sopratutto in Sicilia e a Messina!
IdV ha realizzato una contromanovra per dimostrare che una finanziaria diversa poteva essere fatta.
Ha conteggiato tutti i risparmi che si avrebbero tagliando gli sprechi di cui sopra e ne ha ricavato molto più dei 40 Miliardi di euro che la BCE ha presteso per aver acquistato i nostri titoli di Stato.
L'ultimo esempio in ordine di tempo del conflitto d'interesse che attanaglia la politica e l'economia italiana è rappresentato dalla vendita dei diritti sul digitale terrestre che Berlusconi sta regalando a Berlusconi infischiandosene del libero mercato.
Potremmo ricavare quei denari utili a salvaguardare le pensioni o come minimo fare una seria cernita di quali siano i lavori usuranti che necessitano di pensioni d'anzianità (a mio avviso per certi lavori sarebbe giusto abbassare l'età addirittura) e di altri che possono passare al sistema contributivo ed andare in pensione anche a 70 anni volendo...
Ma tutto questo sarà impossibile se non riusciremo a far capire alla gente chi ha veramente a cuore l'interesse per le generazioni future e chi quello di conservare l'attuale stato delle cose.
Impossibile oggi intervenire anche minimamente in parlamenti costituiti da politici che fanno solo quello che dice il Segretario che li ha nominati.
Per questo, come l'anno scorso, cerchiamo l'aiuto dei cittadini attraverso lo strumento referendario. Raccogliamo le firme per cambiare questa legge elettorale e per eliminare le province nell'attesa che si possa tornare alle elezioni e mandarli a casa definitivamente.
FIRMA E FERMALI! Eliminiamo le province. Cambiamo la legge elettorale.
Luogo: Messina..
domenica 4 settembre 2011
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